Emnotork – Il Gigante e i Goblin – Sessione 1

Chiacchiera del vicolo
GDR 1
“E se il sole ci cadesse sulla testa!”
22 di Quotor 1415 Emnotork

Articolo di Alendir, lo spettro

Alendir, Lo spettro

E così, il desiderio di sapere e di raccontare mi ha fatto di nuovo vagabondo! Seguo tre compagnie di avventurieri di questi tempi e sono molto compiaciuto di trovare un tipo di divertimento diverso in ognuna:


Il Destino del Conte Rocciamare (GDR 19)
La Compagnia del Lossodonte e i Molossodonti (GDR 2)
Il Gigante e i Goblin (GDR 1)

Ho ripreso la mia attività spiritica con una certa frenesia e tempestività, sarà la primavera? Ah no, ancora non ci siamo arrivarti e poi diciamocelo, anche se fosse tale, non è che io, incorporeo, freddo e impalpabile me ne accorgerei più di tanto, temo infatti, che a fare taluno tipo di dichiarazioni sia il mio lato melanconico che rimembra ancora il calore del sole sulla pelle nelle giornate al comando delle Teste di Lupo nella foresta di Valenium; ebbene sì, lettori miei, sono di nuovo io, il buon Alendir, il miglior amico-spettro che possiate immaginare. Sono qui per narrarvi della avventure di un duo, che sospetto un giorno non troppo lontano, diventerà un quartetto, il tempo dell’impresa che separa il 2 dal 4, non è solo un numero, ma dipende da un incrocio mistico di impegni e desideri, di gestazioni d’infanti e d’adulti che vi lascio solo immaginare se proprio avete questo struggente desiro di crogiolarvi nelle grandi rotture di coglioni, non proprio eroiche, di tutti i giorni; un duo dicevo, al più presto un quartetto, che farà grandi cose in una landa dove la superstizione ha raggiunto il suo apogeo, dove se per caso la mattina ci si sveglia con un foruncolo sul naso, uno degli sciamani dei Giardini di Utre, Ajiwa L’illuminato, tanto per fare un esempio, non vi aspettavate un nome semplice, mi pare chiaro, è pronto a profetizzarvi, per via di questo eccezionale evento, vita morti e miracoli vostri, dei vostri figli, dei vostri padri, cugini, nonni, zii e settima generazione, andata e ritorno, lungo il fiume che porta sempre ad un punto interrogativo, affiancato da un esclamativo, preceduto dalle parole: bah… e se fosse vero?! E se fosse falso?!

Emnotork, Regione dello Junkrat, Giardini di Utre

Insomma amici lettori, il duo, presto quartetto, ma senza archi a seguito, si trova nell’altopiano dello Junkrat e da subito si è trattato di un vivere o morire!

Andiamo a presentare i protagonisti della nostra storia, solo 2, la terza è impegnata con l’infante, dicono si chiami Vittoria, o Principe Elken; il quarto viaggia, va in giro per la penisola, mangia, beve, un gran viver, ma tornerà, tornerà e sarà un magnifico quarto!!

Il duo, eccolo qua! Guardate che facce! Non scorgete una nota di disumana intelligenza nei loro occhi? No?! Nemmeno io!

Mazimbo ha una storia lunga e travagliata, ha il dono del grande stregone, non ha mai studiato nulla in vita sua, ma il vento dello Junkrat gli ha conferito, con il benestare degli spiriti maggiori, il potere di utilizzare la magia! Quanto alla storia lunga e travagliata, non vorrei tediarvi troppo, magari un’altra volta, in un’altra vita, vedremo, prossimamente, siete al bagno? Allora forse potrei… no, meglio di no.

Okoko, lui è la star del mio scrivere, è convinto che semmai un giorno dovesse abbassare le sue braccia possenti, il sole precipiterebbe uccidendo tutti! La sua famiglia si fa chiamare “Le Mani Blu”, lui tiene il sole, la sorella di Okoko, tiene la luna e tutti insieme sostengono la volta del cielo. Ecco perché le mani blu!

Ora capite quanto dicevo prima? Quel Bah… e se fosse vero?! E se fosse falso? Se abbassassero le mani creperemmo? No, ma dai! Ma non può essere vero!? E se per provare che loro dicano il falso, scoprissimo che invece dicevano il vero e per questo facessimo amicizia con la pulsione di Thanatos? E se…

Ajiwa, L’illuminato, Sciamano di Utre

A quanto pare non sono stato l’unico a chiederselo e presso i Giardini di Utre, dove Mazimbo e Okoko vivono sin dalla nascita, lo sciamano Ajiwa sospetta che la famiglia di Okoko abbia inventato questa storia e che se ne stia servendo per farsi una buona nomea!

Vi starete domandando che caspita c’entrano i Goblin e il Gigante, non abbiate fretta, arrivo subito al punto. Il gigante, chiamato amorevolmente “Mignolo”, è sempre stato considerato parte del villaggio di Utre, un “Quoban”, ovvero un membro della tribù. La sua nascita è ammantata nel mistero, dicono i sommi sciamani che lui sia nato nei Giardini, durante un orgia a cui tutto il villaggio ha partecipato. L’orgia ha visto impegnarsi con una certa alacrità, Serenih, una delle donne più belle dei Giardini di Utre. Ha allargato le gambe verso nord, sud, est ed ovest non volendo fare offesa hai venti dell’altopiano, mi pare chiaro! E mentre Serenih si dava alla pazza gioia con tutti gli uomini e perché no, anche le donne della tribù, un’antica maledizione la baciava senza che ella potesse distinguere il suo bacio da quello dei suoi amanti.

Mignolo, il Gigante

Nove mesi dopo, ci pensate? Incredibile, era incinta! Il padre? Poteva essere chiunque, ma i più accreditati furono tre: Mazimbo, per le grandi doti arcane che gli hanno consentito di beneficiare di un abbondante batacchio, Okoko, perché fare l’amore con le mani in alto non è da tutti, ma lui c’è riuscito e “La Montagna”, un prode guerriero della comunità, un mezzo gigante!

Ora aprite bene le orecchie, nove mesi dopo la donna mise al mondo “Mignolo”, ma lo sforzo fu tale da condannarla a morte. Ogni abitante dei Giardini di Utre racconta una storia diversa, chi dice che si sia letteralmente divisa in due parti per dare la vita a “Mignolo”, chi invece sostiene che abbia chiuso gli occhi dopo il parto e così via discorrendo, inutile perdersi in chiacchiere.

“Mignolo” venne su forte e testardo e gli sciamani decisero di dirgli che lui era il figlio di Utre, di tutta la comunità, ma negli anni questa risposta non soddisfò affatto il gigante e cominciò a rodergli l’anima. Si chiedeva chi lo avesse messo al mondo, la madre, Serenih, era morta, questa era l’unica cosa certa che sapeva.

Frattanto sotto la nuda terra, i Goblin dei monti Nagura, sotto il comando della matrona “Piede che Scotta” erano inferociti con gli sciamani di Utre perché gli avevano portato via l’acqua con quella serie di dighe che avevano costruito negli anni passati e nelle notti di veglia e meditazione, dopo consulti e riunioni, “Piede che Scotta” prese l’unica decisione che un Goblin può prendere: attaccare in grande numero.

Erano pronti, determinati e mai fieri, puzzolenti, selvaggi e depravati quanto bastava, ma tutto il loro ardore si spense in un attimo, fuggirono disperati rientrando nel loro villaggio, chiamato “Hovra” in Goblin “Dove una volta c’era l’acqua, poi ce l’hanno portata via, figli di puttana e ladri” alla vista del possente “Mignolo”.

E fu così che “Mignolo” divenne il protettore di Utre, ma signori miei, come ho detto all’inizio, nell’anima del gigante si agitava la domanda, chi era il padre? Ci mise anni a capire come decidere chi fosse, ma poi trovò la soluzione. Un Grande Menhir si trova sul picco della montagna e suo padre, che lui riteneva fosse “La Montagna”, avrebbe dovuto dimostrare di poter spingere la pietra e gettarla nella Valle Sottostante. Così il gigante si sarebbe messo il cuore in pace.

Come potete immaginare “La Montagna” non riuscì a portare a compimento la prova e allora “Mignolo” perse il senno e disse che visto che lui non aveva un padre, nessuno lo avrebbe avuto. Concesse al Villaggio di Utre poco meno di un giorno per dimostrare che uno tra loro poteva spingere la pietra, che uno tra loro era suo padre!

Ajiwa L’illuminato, disse ad Mazimbo e Okoko che dovevano risolvere la questione, o il gigante prima avrebbe ucciso Okoko e se la famiglia delle mani blu aveva sempre detto il vero, tutti sarebbero morti; e di questo per una frazione di secondo, prima che anche lui incappasse nella morte, Ajiwa sarebbe stato ancor più dolente; se invece morto Okoko, il sole fosse rimasto lassù, il gigante avrebbe comunque ucciso tutti per placare la sua ira, ma prima di crepare Ajiwa sarebbe stato contento!

Mobaka, la guida dei monti Nagura

I nostri eroi presero la questione con il piglio di chi spera di non crepare, si portarono dietro la migliore guida del villaggio, Mobaka! Lui li guidò lungo il sentiero del Falco, del Serpente e del Coyote, dove avrebbero dovuto drogarsi, altrimenti la morte li avrebbe presi per via dell’offesa fatta agli spiriti. No, scusate, ho sbagliato, avrebbe dovuto andare così, ma arrivati alla fine del sentiero del Falco, Mobaka e i nostri eroi, incontrarono un gruppo di Goblin, l’attacco fu letale, un piano geniale senza confronti!!! Erano 3 poveri Goblin messi a presidiare un ponte, ma i nostri amici non erano in serata di grandi prodezze, stavano per lasciarci le penne e allora il grande Mobaka prima si è occupato dei Goblin e poi si è sacrificato per fargli passare “Lo cavalcone”.

I due inetti, pardon, i due eroi, giunti al Menhir, miracolosamente con l’aiuto degli spiriti, riuscirono nell’impresa di spingere “lo grande pietrone” al cospetto del gigante. “Mignolo” adesso crede fermamente che suo padre sia Okoko, quello che ha spinto più forte!

Tutto sembrava finito bene, i Giardini di Utre erano salvi, ma i malcapitati non si erano avveduti di una cosa, la grande pietra precipitata dal monte Nagura ha colpito “Hovra” che in Goblin vuol dire: “Dove una volta c’era l’acqua, poi ce l’hanno portata via, figli di puttana e ladri.” E allora, Gigante o non gigante, “Piede che Scotta” ha di nuovo dichiarato guerra ai Giardini di Utre!

Alla prossima puntata! 🙂

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